Farsi pagare nel lavoro olistico: il valore del 3° chakra per l’operatore

Il momento del pagamento: perché è così difficile?

Siete arrivati in anticipo per preparare il setting: candele accese, musica rilassante, oli essenziali nel diffusore. Accogliete il cliente con una tisana, eseguite un trattamento curato e lo accompagnate in un’esperienza profonda e nutriente.
Tutto fila liscio… finché non arriva il momento di parlare di soldi.

Ti senti a disagio nel chiedere il compenso?

È una situazione comune tra gli operatori olistici: dopo aver dato tanto in termini di tempo, energia, competenza, l’idea di “chiedere soldi” può far emergere imbarazzo o insicurezza.

Ma perché succede questo?
Avete investito anni nella formazione, nella pratica e nella vostra evoluzione. Perché, allora, sentite di dovervi giustificare?

Il valore personale e professionale dell’operatore

Al netto dei fattori oggettivi che entrano in gioco nel definire il “giusto” compenso (il tipo di trattamento, la durata, il contesto geografico, la location, ecc.), ogni operatore stabilisce il prezzo del trattamento in funzione del valore che gli e, soprattutto, si attribuisce. Chi ha una bassa autostima tenderà a sminuire il proprio lavoro, probabilmente chiedendo meno di quanto dovrebbe. Chi invece è ben consapevole del proprio valore professionale tenderà a concordare una cifra congrua, coerente e sostenibile, senza eccedere negli sconti.

Stabilire un giusto compenso non è solo una questione di marketing o strategia: è un atto di cura verso se stessi e il proprio percorso.

Il 3° chakra (Manipura) e il potere personale

L’ambito lavorativo è spesso, e forse più di ogni altro, quello in cui si esprime la capacità di autorealizzazione. Rappresenta quindi un’ottima cartina al tornasole dello stato di salute del nostro III Chakra (Manipura), sede della forza di volontà e del potere personale, da cui dipendono la fiducia in noi stessi e la determinazione necessarie all’affermazione sia personale che professionale.
Uno squilibrio in questo centro può manifestarsi come senso di inadeguatezza, timidezza o sindrome dell’impostore (il pensiero latente per cui ogni nostro successo è casuale o frutto di un equivoco, dell’essere sembrati migliori di come siamo in realtà).

Cosa succede se il Manipura è in squilibrio?
  • Fatica a chiedere compensi adeguati

  • Difficoltà a sentirsi legittimati nel ruolo di professionisti

  • Paura del giudizio o del rifiuto da parte del cliente

Farsi pagare è un atto sacro (non solo necessario)

Offrire un servizio olistico è un atto prezioso, frutto di studio, pratica e dedizione.
Farsi pagare in modo equo non è arroganza, ma riconoscimento. E il cliente lo percepisce: se sceglie voi, è perché sente il valore che portate.

Conclusione: credi in ciò che offri

Ricorda: non sei un impostore.
Ogni trattamento che offri è il risultato concreto del tuo percorso.
Farsi pagare è un gesto di equilibrio e amore verso se stessi, ed è anche un messaggio energetico potente: “riconosco il mio valore e lo onoro”.

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